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E’ noto che nella fibrosi cistica l’infiammazione cronica può contribuire al danno polmonare, probabilmente fin dalle prime fasi della vita. Al fine di ridurre il carico infiammatorio pazienti possono ricevere delle terapie antinfiammatorie. 

In particolare, i corticosteroidi sono potenti agenti antinfiammatori ampiamente utilizzati in numerose malattie. 

Se nel passato i corticosteroidi possono essere stati utilizzati anche per lunghi periodi in diverse tipologie di pazienti con l’obiettivo di migliorare la funzionalità respiratoria e la qualità di vita o ridurre le esacerbazioni del quadro clinico, nell’ultimo ventennio il loro uso non è più raccomandato se non in casi specifici.

Infatti, tutte le linee guida non consigliano l’uso dei corticosteroidi, sia da inalazione sia orali, nei pazienti con fibrosi cistica dai 6 anni in poi che non abbiano asma o aspergillosi. Anche nei pazienti con malattia polmonare avanzata l’uso dei corticosteroidi non è raccomandato.

Nelle situazioni in cui l’utilizzo dei corticosteroidi è richiesto, ovvero in pazienti con asma o aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA), causata dall’ipersensibilità all’Aspergillus fumigatus, un fungo che si annida nell’albero bronchiale con particolare frequenza nei soggetti affetti da fibrosi cistica, la somministrazione dei corticosteroidi va gestita con attenzione

In queste due condizioni, le linee guida del 2003 raccomandavano la terapia sistemica con corticosteroidi, a cui poteva essere aggiunto itraconazolo, se la risposta ai corticosteroidi era scarsa o in caso di recidiva di ABPA o in caso di effetti collaterali importanti dei corticosteroidi. 

Oggi, l’utilizzo dei corticosteroidi è ancora parte integrante dell’approccio terapeutico in caso di asma e/o aspergillosi. Questi farmaci a causa dei loro effetti collaterali, quando prescritti, possono essere somministrati a giorni alterni o con modalità differente, per esempio con dosi più alte all’inizio della terapia e dosi ridotte a seguire, o in altre modalità, sempre orientate al mantenimento dell’efficacia e alla contemporanea riduzione degli effetti non desiderati.

In tempi più recenti sono stati ricercati altri approcci terapeutici specialmente contro l’ABPA, anche se gli studi clinici a supporto non sono ancora conclusivi. Tra le terapie o gli approcci terapeutici vengono indicati: la classe dei fungicidi azolici, i glucocorticoidi per via endovenosa pulsata, ossia con cadenze settimanali o anche più intervallate, la somministrazione di anticorpi monoclonali o amfotericina B per inalazione.  

 

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